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lunedì 25 giugno 2012


Italia, l’isola dei droni


La Sicilia sarà l’isola dei droni. In occasione del vertice tenutosi il 21 e 22 maggio a Chicago, città natale del presidente Obama, la NATO ha perfezionato l’accordo per insediare nella base aeronavale di Sigonella il centro di comando e controllo operativo dell’AGS (Alliance Ground Surveillance), il nuovo sistema di sorveglianza terrestre alleato. L’AGS sarà disponibile a partire del 2015 e comporterà l’arrivo in Sicilia di cinque velivoli senza pilota UAV RQ-4 Global Hawk (Falco globale) di ultima generazione (Block 40). Entro il 2017, invece, giungeranno tra i 600 e gli 800 militari, “analisti, piloti, assistenti e, soprattutto, formatori”, come indicato all’agenzia Ansa da un ufficiale dell’Alleanza a Bruxelles, “perché Sigonella diventerà una base molto importante di training per tutta la NATO”.

Il Global Hawk è il più grande e sofisticato velivolo senza pilota mai progettato. Con una lunghezza di 13 metri e mezzo e un’apertura alare di oltre 35, il drone è in grado di volare a circa 600 chilometri all’ora, a quote di oltre 20.000 metri e in qualsiasi condizione meteorologica. Il suo potente apparato radar è capace di localizzare e tracciare piccoli oggetti in movimento o stazionari con estrema precisione. Un “grande fratello” con cui l’Alleanza Atlantica si prepara ad intervenire militarmente in uno scacchiere strategico che comprende l’Oceano Atlantico, l’Europa, l’Africa e il Medio oriente. “L’AGS è essenziale per accrescere la capacità di pronto intervento in supporto delle forze NATO per tutta le loro possibili future operazioni”, ha spiegato il vicesegretario generale per gli investimenti alla difesa, Peter C. W. Flory.

Il centro di controllo AGS gestirà le informazioni ottenute in cooperazione con i Global Hawk della US Air Force di penultima generazione (Block 30), operativi da due anni a Sigonella e con il BAMS (Broad Maritime Area Surveillance), il sistema di sorveglianza e intelligence in via di acquisizione dalla US Navy, incentrato su una versione modificata del falco globale che trasporterà un carico addizionale di sensori di 450 Kg. Al comando AGS di Sigonella faranno riferimento pure le numerose basi per i velivoli senza pilota d’attacco del tipo Predator e Reaper che le forze armate USA gestiscono in Iraq, Afghanistan, Yemen, Gibuti e nelle isole Seychelles. Il nuovo sistema di sorveglianza terrestre opererà inoltre in coordinamento con le stazioni UAV della CIA di al-Dhafra (Emirati Arabi Uniti) e al-Udeid (Qatar).

L’AGS sarà finanziato solo da tredici paesi sui 28 aderenti all’Alleanza Atlantica: Italia, Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia, Germania, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Romania, Slovacchia, Slovenia e Stati Uniti. Al summit di Chicago sono stati firmati i primi contratti per un valore di 1,7 miliardi di dollari con il gigante dell’industria aerospaziale americana Northrop Grumman Corp. che dovrà fornire i cinque aerei-drone, i sensori e le telecamere di bordo e le stazioni radar terrestri. Secondo fonti ufficiali NATO, altri 2 miliardi di dollari verranno spesi nei prossimi 20 anni per rendere pienamente operativo il sistema e garantire la manutenzione e l’aggiornamento dei Global Hawk. Solo una minima percentuale degli ingenti finanziamenti alleati andrà alle società europee partner di Northrop Grumman, comeCassidian (sussidiaria missilistica di Eads), l’italiana Selex Galileo (gruppo Finmeccanica) e Koongsberg.

Proprio il massiccio trasferimento di risorse finanziarie pubbliche europee a favore della holding statunitense ha spinto buona parte dei paesi NATO a disertare il programma AGS. La iniqua ridistribuzione dei profitti tra gli alleati ha infastidito pure uno dei maggiori sostenitori della scelta di Sigonella come “capitale mondiale” dei droni, l’ex capo di Stato maggiore della difesa, generale Vincenzo Camporini. A conclusione del vertice NATO, il militare ha commentato chel’Alliance Ground Surveillance e gli altri programmi della cosiddetta Smart Defence (la strategia di difesa intelligentevarata a Chicago) “sono stati voluti dagli Stati Uniti e hanno comportato acquisizioni off the shelf di materiale di produzione americana”. “Così si chiederà agli europei di mettere una parte più o meno cospicua di finanziamenti, ad esclusivo favore dell’industria della difesa USA”, ha concluso Camporini.

Nessun commento invece dalle forze politiche rappresentate in sede parlamentare. Solo la Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella e la Federazione della Sinistra hanno duramente criticato la scelta di rendere operativo l’AGS in Sicilia. “Se si considera che contemporaneamente va avanti l’altrettanto pericoloso progetto del MUOS in territorio di Niscemi appare chiaro come sempre di più l’isola stia diventando una piattaforma armata nel centro del Mediterraneo”, scrive l’ex deputato Prc, Luca Cangemi. “I prezzi che le popolazioni devono pagare a questa dilagante militarizzazione sono gravissimi in termini di devastazione dell’ambiente e di negazione di sviluppo. In particolare va ribadita l’assoluta incompatibilità delle attività militari previste a Sigonella con lo sviluppo dello scalo catanese di Fontanarossa, già oggi pesantemente penalizzato dalle interferenze delle forze armate statunitensi”. Per Cangemi, l’AGS comporterà un pericolo per il traffico aereo civile con effetti economici “disastrosi” in tutta la Sicilia orientale. Ma a Roma e Palermo la cosa sembra assai poco importare.


Tecnologie per la contro-insurrezione: micro-UAV per le operazioni militari e di polizia in ambiente urbano.

Come previsto dalle dottrine contro-insurrezionali e per le operazioni militari in ambito urbano elaborate dagli analisti dell’Alleanza Atlantica, i sistemi UAV (Unmanned Aerial Vehicle) di dimensioni ridotte per poter essere trasportati all’interno di uno zaino, si stanno diffondendo a velocità esponenziale tra le forze militari e le forze di polizia di molti stati.
Il primo sistema di questo tipo ad essere largamente impiegato è l’RQ-16A T-Hawk  sviluppato da Honeywell in collaborazione con la DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency).

Questo piccolo velivolo-spia è già stato impiegato dalla società TEPCO (Tokyo Electric Power Corporation) per osservare dall’alto la centrale nucleare di Fukushima, ma era già stato largamente utilizzato in Iraq e in Afghanistan, soprattutto nell’ambito anti-IED (Improvised Explosive Device). L’RQ-16A pesa 8 kg e misura 53,68 cm di larghezza e 58,41 cm di altezza ed è quindi facilmente trasportabile in uno zaino. Può volare in presenza di vento fino a 27 km /h ed ha un’autonomia di 45-50 minuti, con un raggio d’azione di 8-10 km. Può essere impiegato per osservare l’interno di un palazzo attraverso una finestra, ma non può entrarvi non essendo dotato di un sistema anti-collisione ed è molto rumoroso a causa del suo motore a scoppio e può essere sentito in volo fino ad una distanza di 2 km. Questo sistema ha riscosso l’interesse delle forze di polizia dello stato della Florida, visto che la municipalità di Miami ne ha già acquistati un paio per i propri reparti anti-sommossa.
Piuttosto silenzioso e adatto alle operazioni in ambiente urbano è lo Scout, sviluppato dalla canadese Aeryon Labs.

Questo micro-UAV pesa solo 1,3 kg ed è spinto da 4 motori elettrici che lo rendono estremamente silenzioso, operando soprattutto di notte grazie all’impiego di una camera termica stabilizzata su due assi. Il sistema è stato concepito per essere impiegato anche da personale inesperto dopo una brevissima sessione di addestramento. Il suo debutto sul campo è avvenuto con le forze ribelli in Libia, dove è stato impiegato per missioni di ricognizione notturne. Particolarmente pericoloso per la sua silenziosità, per le sue dimensioni ridotte e per la capacità di volare di notte, lo Scout misura circa 80 cm, dispone di un’autonomia di circa 20 minuti e può operare fino a 3 km di distanza anche con venti di 50 km/h.
La capacità di spiare e penetrare negli ambienti chiusi è dell’ AR100B della tedesca AirRobot, già sperimentato in Afghanistan in contesti urbani.
Per evitare il rischio di danni da collisione in ambienti angusti, i rotori sono protetti da una sorta di paraurti che porta il diametro dell’UAV a 1 metro. La batteria ricaricabile garantisce un’autonomia di quasi 30 minuti e il raggio d’azione del velivolo è limitato a 1,5 km.
Gli UAV di Finmeccanica per le forze di polizia

Sviluppato da Selex Galileo, il Drako è un sistema piccolissimo di 70 cm di diametro e dal peso inferiore ai 2 kg. Opera fino a 5 km di distanza da chi lo pilota ed ha un’autonomia di 30 minuti con una velocità massima di 45 km/h. L’azienda lo propone con un sensore elettro-ottico adatto per il giorno e la notte ed è dotato di un sistema automatico anti-collisione che gli impedisce di avvicinarsi a meno di due metri da un ostacolo, il che lo rende adatto a poter spiare anche volando all’interno di edifici.
Più piccolo e compatto è lo Spyball (il nome è indicativo dei compiti di questo micro-UAV), sviluppato alla fine del 2011 dall’UTRI s.p.a. (controllata Finmeccanica). Lo Spyball ha un peso di 1,7 kg e misura solo 35 cm di diametro e 40 cm di altezza, pesa 8 kg, può tranquillamente essere trasportato all’interno di uno zaino ed è adatto a svolgere la sua missione di controllo sia di giorno che di notte. È molto silenzioso perché propulso da un motore elettrico e questa caratteristica, sommata alle ridotte dimensioni del velivolo, lo rendono pressoché invisibile. Le sue dimensioni lo rendono praticamente perfetto per l’impiego in ambiente urbano e per il monitoraggio dei cortei. Selex Galileo lo dota anche di un sistema di guida adatto al volo in ambienti chiusi e all’interno di edifici. Questo UAV si sposta ad una velocità massima di circa 22 km/h con un’autonomia di 30 minuti e può operare fino a una distanza di 12 km da colui che lo guida.
Anche l’ASIO (sempre sviluppato nell’ultimo anno da UTRI s.p.a.) ha prestazioni e caratteristiche simili allo Spyball, ma è pensato soprattutto per missioni in ambienti urbani denominate “Hover and stare” (letteralmente: “appollaiarsi e guardare fisso”). In questo caso il micro-UAV viene fatto posare in un punto sopraelevato (sopra ad un tetto, per esempio) in modo che possa continuare ad osservare la zona d’interesse per un periodo di tempo molto più lungo rispetto all’autonomia di volo, fino a 4 ore.
Questi tre sistemi di Finmeccanica sono da poco disponibili sul mercato, e non è peregrino pensare ad un loro uso prossimo per conto delle forze di polizia dello stato italiano.